giovedì 30 settembre 2010

I disturbi del comportamento alimentare



I disturbi del comportamento alimentare si manifestano con grossi squilibri nel modo di mangiare (comportamento alimentare).
Le persone con questi problemi non riconoscono i segnali di fame e sazieta' e quando mangiano, non lo fanno per esigenza fisica, ma per colmare stati psicologici come tristezza, stanchezza, ansia....
Si sentono spesso come governati da forze esterne e non hanno il controllo dei loro bisogni o impulsi.
Nonostante il disagio provocato dalla loro difficolta' a relazionarsi con il cibo, non riescono a cambiare atteggiamento. Normalmente, una persona sana mangia quando sente fame e smette quando e' sazia, prova generalmente soddisfazione nel mangiare e lo fa regolarmente.
Una persona con problemi alimentari, non riesce a collegare il suo bisogno di mangiare con le sue sensazioni, e controlla l'assunzione di cibo tramite diete o calcoli delle calorie.
Mangia non per fame ma per diminuire lo stress, il dolore, l'angoscia, la solitudine, la noia, la vergogna ecc... oppure per modificare la linea.
Mangia in maniera irregolare e caotica, senza mezze misure (o troppo o troppo poco), spesso salta i pasti.


POSSIBILI CAUSE:

  • Incapacita' di distinguere la fame dalla sazieta' o da altre sensazioni
  • Problemi del controllo degli impulsi
  • Innaturale modello di magrezza
  • Tendenza eccessiva a voler piacere agli altri
  • Scarsa fiducia in se' stessi, insicurezza
  • Bisogno di ridurre ansia, depressione, solitudine...
  • Vi sono fattori genetici che rendono piu' predisposti ai Disturbi del Comportamento Alimentare
  • Esistono tratti di personalità che facilitano l'insorgere di questi disturbi
SINTOMI:
  • Avere fame e non mangiare
  • Mangiare e non riuscire a fermarsi
  • Vomitare dopo aver mangiato molto
  • Non riconoscere la fame fisica
  • Preoccupazione eccessiva riguardo al proprio peso
  • Paura esagerata di ingrassare
  • Essere troppo magri o in sovrappeso

I principali disturbi del comportamento alimentare, sono l'anoressia e la bulimia.



Anoressia

Disturbo del comportamento alimentare che porta chi ne soffre a diminuire drasticamente il cibo nella propria alimentazione, per raggiungere un ideale di magrezza mai sufficiente. Risulta estremamente sottopeso.
Bulimia

Disturbo del comportamento alimentare che porta chi ne soffre a mangiare troppo ed in maniera veloce grosse quantita' di cibo, per poi prevenire l'aumento del proprio peso provocandosi il vomito o abusando di lassativi e diuretici.

Teorie biologiche dei disturbi del comportamento alimentare (DCA)

Bisogna distinguere tra i fattori biologici che fanno nascere i disturbi alimentari e le anomalie biologiche che risultano dalla malattia.

  1. Fattori genetici: studi su famiglie e su gemelli suggeriscono che vi è una diatesi genetica sia per l’anoressia che per la bulimia; nell’anoressia vi è il 50% di concordanza tra i gemelli monozigoti e il 7% nei gemelli dizigoti, mentre nella bulimia nervosa vi è il 23% di concordanza tra i gemelli monozigoti e il 9% nei gemelli dizigoti. Sebbene questi studi suggeriscano che certi individui possano essere geneticamente predisposti ai disturbi alimentari, il meccanismo non è ancora compreso. Una predisposizione genetica non significa che una persona è destinata a sviluppare un disturbo alimentare, ma piuttosto che ha un maggior rischio se è presente l'ambiente culturale e psicologico giusto.
  2. Fattori neuroendocrini: il sistema neuroendocrino (ipotalamo, ipofisi e ghiandole endocrine) è stato per molti anni considerato una “finestra” per poter osservare il funzionamento cerebrale. Per un certo periodo di tempo si è pensato che anomalie neuroendocrine (quali bassi livelli di estradiolo, ridotta secrezione dell’ormone luteinizzante e follicolo-stimolante, alti livelli di ormone della crescita) fossero cause potenziali nell'insorgenza di disturbi nel comportamento alimentare. Ora è stato chiarito che, per la maggior parte, sono delle conseguenze della malnutrizione piuttosto che marcatori di tratto preesistenti.
  3. Neurotrasmettitori e neuropeptidi: i neurotrasmettitori, come noradrenalina e serotonina, regolano l’appetito, il senso di sazietà e il tono dell’umore. I livelli anomali dei neurotrasmettitori e dei loro metaboliti sono stati evidenziati nel sistema nervoso centrale (SNC) e nella circolazione periferica nelle pazienti con disturbi alimentari e in alcune pazienti guarite. I sistemi serotoninergici e noradrenergici nelle pazienti con bulimia e con anoressia sembrano essere ipoattivi.
  4. Fatori culturali: i mezzi di comunicazione di massa bombardano il pubblico con immagini di corpi perfetti, con l'implicazione che è questo e soltanto questo, che garantisce la felicità e la soddisfazione. Le immagini delle donne fornite dai mass media suggeriscono che l'apparenza esterna è assai più importante dell'identità della persona. Un’importante caratteristica epidemiologica dei disturbi alimentari è che sembrano essere limitati a certe culture, verificandosi in primo luogo nei paesi sviluppati del Nord America e dell'Europa, così come in Australia, Nuova Zelanda e Giappone. Il rischio di malattia può essere correlato al grado di assimilazione di una persona alla cultura dominante in un Paese. Sebbene i disturbi alimentari siano comunemente considerati come malattie della classe media e alta delle donne bianche, gli studi hanno documentato in modo crescente la presenza di disturbi del comportamento alimentare (DCA) tra le donne delle minoranze e delle varie classi sociali.
  5. Fattori psicosociali: nella letteratura, per quanto riguarda l’anoressia nervosa, vengono sottolineate: caratteristiche familiari tipiche: inglobamento, iperintrusione dei familiari, l’iperprotezione dei genitori nei confronti dei figli, la rigida adesione ai ruoli nella famiglia e l’evitamento di conflitti aperti. Conflitto inconscio tra dipendenza e separazione o individuazione rifiutando il cibo, che dovrebbe nutrire il corpo, la paziente blocca le sue capacità di diventare una donna adulta e indipendente.