giovedì 22 settembre 2011

Allergia al lattosio



Il lattosio e´ un di carboidrato che si trova nel latte e nei suoi derivati. E´ uno zucchero ´ formato da due zuccheri (nel nostro caso precisamente da glucosio e galattosio) , un disaccaride. L’ enzima lattasi, che viene prodotto dall´intestino piccolo, spezza il lattosio nei due suoi due componenti glucosio e galattosio, rendendoli assorbibili dal nostro corpo.

L´intolleranza al lattosio si manifesta attraverso un ventaglio di sintomi correlati all´impossibilità dell´organismo nel digerire questo composto. Quando l´organismo non produce del tutto o sufficiente lattasi, il lattosio non viene digerito e scatena una specifica intolleranza.
L´intolleranza al lattosio si può manifestare con differenti livelli.
Oltre la metà degli adulti del mondo manifesta una insufficiente produzione intestinale dell´enzima lattasi e soffre, in forma lieve o acuta, dei sintomi dell´intolleranza.
Esistono fattori razziali che acuiscono questa intolleranza, particolarmente comune fra gli Africani, gli Asiatici, i Mediorientali, i Nativi d´America del Nord e del Sud America.

I sintomi più comuni dell’intolleranza al lattosio sono gastrointestinali: dolore addominale non specifico e non focale, crampi addominali diffusi, gonfiore e tensione intestinale, aumento della peristalsi con borborigmi facilmente auscultabili e con movimenti talora palpabili, meteorismo, flatulenza e diarrea con feci poltacee, acquose, acide, che insorgono da 1 a poche ore dopo l’ingestione di latte o latticini o comunque di alimenti contenenti lattosio.

Tuttavia tali sintomi non sono specifici: altri disordini come la ipersensibilità alle proteine del latte, reazioni allergiche ad altri cibi, o intolleranze ad altri glicidi possono causare sintomi simili. Si stima che occorrano più di 240 ml di latte al giorno (12 grammi di lattosio) per causare sintomi in soggetti con carenza di lattasi. L’insorgenza della sintomatologia è anche dipendente dal cibo associato, in quanto è legata alla velocità di svuotamento gastrico: se il lattosio si sposta rapidamente dallo stomaco ad un intestino con bassa attività lattasica, i sintomi saranno più evidenti. Quindi se il lattosio viene ingerito insieme a carboidrati (specie i carboidrati semplici), che aumentano la velocità di svuotamento gastrico, i sintomi sono più probabili o più intensi, mentre se viene ingerito insieme a grassi, che riducono la velocità di svuotamento gastrico, i sintomi possono essere molto ridotti o addirittura assenti.

Il cardine della terapia è la dieta a ridotto contenuto di lattosio. La quantità di lattosio tollerata dai vari soggetti è variabile, pertanto è opportuno eliminare gradualmente gli alimenti iniziando da quelli a più alto contenuto in lattosio (latte, yogurt, formaggi freschi) in modo da valutare la soglia di tolleranza del paziente. Tali alimenti possono essere sostituiti con alimenti analoghi privi di lattosio che attualmente si trovano in commercio con facilità.

lunedì 19 settembre 2011

Candidosi orali







L'infezione da candida orale, come quella della pelle e quella intestinale e genitale, è un disturbo causato da un fungo denominato Candida Albicans, che è normalmente presente nella nostra flora intestinale, nella nostra bocca e, nelle donne, nella flora vaginale. L'infezione da candida orale, anche definita mughetto o stomatite da candida, avviene quando questa proliferazione si compie nella nostra bocca. Come per altre candidosi localizzate, il motivo scatenante è un disequilibrio della composizione chimica della nostra bocca così come della flora intestinale o vaginale. Il fungo si moltiplica a danno di altri batteri che insieme stabiliscono l'equilibrio batterico della flora orale.
Questo accade per svariati motivi, tutti riconducibili a una immunodepressione (per stress, malattie o altro) o a un'alterazione delle difese immunitarie dovuta all'impiego di farmaci (specie antibiotici), una dieta ricca di zuccheri che ha rinforzato il fungo della candida orale (specie nei bambini) o un'altra alterazione che ha reso il Ph più acido. Altri fattori possono essere, nelle donne adulte, l'utilizzo di contraccettivi per via orale o l'arrivo di una gravidanza. L'infezione da candida orale colpisce prevalentamente i bambini e quegli adulti con episodi di immunodepressione.
Essa si presenta con arrossamento della mucosa orale, presenza di parti bianche su fondo eritematoso con il tipico aspetto di latte cagliato. A questo aspetto si associa un forte bruciore nella bocca che porta a un'estrema difficoltà nel deglutire liquidi o alimentarsi, perché la mucosa malata è estremamente sensibile.
Se il tipo di alimentazione possa influire sulla comparsa o meno di una candidosi e' una questione ancora molto dibattuta. I cibi messi sotto accusa, se sono assunti in quantita' eccessive, sarebbero:- latte e latticini, formaggi, burro, creme, gelati; perche' ciascuno di questi alimenti contiene un tipo specifico di lievito e di muffe, il cui consumo andrebbe ad aggravare l'infezione da funghi in corso;- dolciumi in generale: il loro contenuto di zuccheri fornirebbe ai funghi patogeni quella quantita' di glicogeno indispensabile per nutrirsi e quindi moltiplicarsi velocemente;- pasta, pane e carboidrati in generale; prima che l'organismo possa assorbire i carboidrati, questi devono essere trasformati; una parte e' destinata poi a essere tramutata in glicogeno.Vengono talvolta addirittura inclusi in questa lista:- aceto, succhi di frutta, frutta sciroppata: perche' per il trattamento di questi prodotti viene utilizzato il lievito;- te', pepe, caffe', spezie, tabacco, in quanto per i processi di essiccazione, si utilizzerebbero alcuni lieviti e muffe.Per altri specialisti del settore, invece, l'alimentazione avrebbe un ruolo marginale rispetto alla manifestazione della Candida.Resta comunque il fatto che in un regime di iperglicemia (eccesso di zuccheri) come nelle persone diabetiche, vi sono maggiori possibilita' di sviluppare una candidosi.

mercoledì 14 settembre 2011

E' buono, leggero e fa tanto bene alla salute ...







Stiamo parlando dello yogurt le cui virtù sono ormai riconosciute anche dalla scienza nutrizionale. Si sa, per esempio, che diminuisce l'acidità gastrica, prevenendo in tal modo la gastrite e l'ulcera; abbassa il tasso di colesterolo presente nel sangue, diminuendo quindi la possibilità di infarto e arteriosclerosi; favorisce la digeribilità e l'assorbimento dei grassi; migliora la digestione; apporta vitamine e sali minerali (vitamine del gruppo B, fosforo, calcio, ferro) .
E poi ancora • la maggiore digeribilità rispetto al latte• la capacità di regolarizzare e migliorare la funzionalità dell’apparato digerente e dell’intestino• la capacità di prevenire o lenire processi infiammatori contribuendo, indirettamente, a potenziare le difese immunitarie dell’individuo• la produzione e la sintesi di alcune sostanze antibiotiche • l’azione di riduzione del colesterolo nel sangue • l’azione anti-ipertensiva• l’inattivazione di alcune sostanze potenzialmente cancerogene e la prevenzione di alcuni tumori• la versatilità in cucina.

Le caratteristiche e le proprietà dello yogurt dipendono dalla presenza, fino all’atto del consumo, di microrganismi vivi e vitali. Oggi si sa che i microbi acidificanti, chiamati lattobacilli, fanno da barriera ai microbi infettivi, aumentando il numero di microbi buoni che nell’intestino hanno una funzione antagonista nei confronti degli altri batteri portatori di infezioni e disturbi gastrointestinali.Con il processo di trasformazione, inoltre, lo yogurt diventa più digeribile del latte sia perché il lattosio, non assimilabile da tutti, si è trasformato in acido lattico, sia perché le stesse proteine del latte diventano in parte peptidi, cioè proteine predigerite e amminoacidi liberi, che sono i componenti più piccoli delle proteine, assimilabili tal quali dall’organismo.Lo yogurt è ricco di proteine, sali minerali (soprattutto calcio e fosforo, ma anche potassio e sodio) e vitamine (soprattutto quelle del gruppo B, in particolare B2 e B12, la K e la A). Importante anche la presenza di acido lattico, che influisce sul gusto gradevolmente acido di questo prodotto, contrasta efficacemente la proliferazione dei microrganismi indesiderati e permette una migliore conservazione. La sua completezza nutrizionale, la sua leggerezza e la sua naturalità rendono lo yogurt un cibo adatto a tutti, dai bambini agli anziani, e in particolare a chi: ha problemi di digestione, si trova in uno stato di particolare debolezza o in convalescenza, ha bisogno di un notevole apporto di calcio (come bambini e adolescenti, le donne in gravidanza e nei casi di grave carenza di questo minerale come l’osteoporosi), ha una dieta povera di vitamine (ipovitaminosi), soffre di stipsi o infiammazioni intestinali, è predisposto a manifestazioni allergiche dettate dall’indebolimento del sistema immunitario (quali eczemi e ulcerazioni della bocca).

lunedì 12 settembre 2011

Steatosi epatica: il ruolo della dieta.






Con il termine steatosi epatica (anche epatosteatosi o, più comunemente, fegato grasso) si vuole indicare una condizione di eccessivo aumento di grasso internamente alle cellule epatiche. Si è soliti parlare di steatosi epatica quando il grasso epatico supera il 5% del peso dell'intero organo.
L'aumento di tale percentuale viene determinato da un accumulo di grasso nelle cellule epatiche che può essere dovuto a processi di tipo infiltrativo o di tipo degenerativo. La steatosi epatica è un quadro patologico decisamente frequente dal momento che si stima che la sua presenza sia riscontrabile nel 10-25% della popolazione generale (la prevalenza è nettamente superiore nelle persone affette da obesita’).

Alimenti da consumare con moderazione sono:
§ latte parzialmente scremato
§ burro
§ ricotta
§ uova intere (per il solo albume non vi sono restrizioni)
§ aragosta
§ olio di oliva e oli di semi
§ arachidi, mandorle, noci, pistacchi
§ pasticceria.
Gli alimenti da evitare sono i seguenti:
§ latte intero
§ formaggi grassi
§ fritture in genere
§ anatra, oca e carni grasse in genere
§ lardo, pancetta, sugna
§ salumi
§ paté
§ creme con panna o con burro
§ cacao e cioccolato
§ maionese
§ noci di cocco.

lunedì 5 settembre 2011

Il colesterolo












Il colesterolo è un composto organico appartenente alla famiglia dei lipidi steroidei. Nel nostro organismo svolge diverse funzioni biologiche, importanti ed essenziali:
è un componente delle membrane cellulari, di cui regola fluidità e permeabilità;
è il precursore degli ormoni steroidei, sia maschili che femminili (testosterone, progesterone, estradiolo, cortisolo ecc.), della vitamina D e dei sali biliari.
Nonostante questo ruolo biologico di primo piano, quando il colesterolo circola nel sangue in concentrazioni superiori alla norma si trasforma in un acerrimo nemico della nostra salute.
Spesso si sente parlare di colesterolo buono e cattivo. In realtà il colesterolo è uno solo, quello che cambia è chi lo trasporta nel sangue e il fatto che lo depositi o meno sulle pareti delle arterie. In questo articolo scopriremo che cos'è realmente il colesterolo.Praticamente tutti i lipidi sono molecole insolubili in acqua e quindi non possono circolare liberamente nel flusso sanguigno, ma devono essere trasportate da altre molecole, prevalentemente proteine, solubili in acqua.Gli acidi grassi liberi vengono trasportati tramite una proteina, l'albumina.I trigliceridi che assumiamo con l'alimentazione vengono inglobati all'interno di molecole chiamate lipoproteine.In base alla loro densità, si distinguono in chilomicroni, VLVL (very low density lipoprotein), IDL (intermediate density lipoprotein), LDL (low density lipoprotein) e HDL (high density lipoprotein).Il compito di queste molecole è di portare i lipidi (soprattutto trigliceridi e colesterolo) dall'intestino al fegato e ai tessuti, e viceversa. A tal proposito è molto interessante considerare il meccanismo di trasporto del colesterolo, che avviene con le lipoproteine LDL e HDL. Le lipoproteine che trasportano il colesterolo sono prevalentemente le LDL e le HDL. Le LDL hanno il compito di trasportare il colesterolo dal fegato ai tessuti, dove viene utilizzato, mentre le HDL hanno la funzione opposta, in quanto prelevano il colesterolo dai tessuti e lo riportano al fegato.
Le LDL sono pericolose in quanto tendono a depositare il colesterolo sulla parete delle arterie, favorendo la formazione delle placche aterosclerotiche. Al contrario, le HDL tendono a rimuovere il colesterolo ostacolando la formazione delle placche.Il colesterolo "cattivo", quindi, è quello trasportato dalle LDL, mentre quello buono è quello trasportato dalle HDL. Il livello di colesterolo totale nel sangue è la somma di quello presente nelle lipoproteine LDL e nelle HDL, e quindi non è un dato che determina in modo assoluto il rischio cardiovascolare, quello che conta è il rapporto tra colesterolo totale e HDL, che deve essere inferiore a 5 per l'uomo e a 4.5 per la donna.Un soggetto con colesterolo totale a 250 e colesterolo HDL (buono) a 80 ha un indice di rischio pari a 3.1 (assolutamente normale), mentre un soggetto con colesterolo totale a 250 e HDL a 40 ha un indice pari a 5 (a rischio).
Quello che quindi ha maggiore importanza è il rapporto tra HDL e LDL, che deve essere a favore della lipoproteina HDL. Per esempio se un alto tasso di colesterolo totale è dovuto solo o in maggior parte all'HDL, ciò può essere addirittura positivo. Anche per il colesterolo (LDL) i primi accumuli nelle arterie incominciano dalla fanciullezza e pertanto è indispensabile che la prevenzione di questa malattia sia attuata quanto più precocemente possibile, soprattutto con l'obiettivo di aumentare il colesterolo HDL rispetto ai valori di quello LDL. L'accumulo del colesterolo nel sangue non dà disturbi evidenti, e infatti per identificarlo occorre un esame di laboratorio; quindi è buona regola sottoporsi ad esami clinici di controllo ogni sei mesi o ogni anno.
Ecco un semplice elenco di cibi contenenti colesterolo (le quantità sono in mg per 100 g di alimento edibile):
§ Organi di animali (cervello)
§ Tuorlo d' uovo (1.350, un uovo intero contiene 400 mg di colesterolo per 100 g)
§ Burro (250)
§ Frutti di mare (aragosta, gamberi, ostriche, cozze 150)
§ Salumi grassi (100)
§ Formaggi grassi (pecorino, grana, parmigiano ecc. 100)
§ Carne e pesce magri (petto di pollo, tonno, pesce spada ecc. 70).
Ne consegue che gli alimenti che poveri di colesterolo sono tutti quelli privi di grassi saturi di origine animale, ovvero tutti i tipi di frutta e di verdura,i legumi, la soia, la pasta il pane ed il riso sia di grano duro che integrali.
Essendo anche lo zucchero un alimento senza colesterolo lo sono anche tutti quei prodotti derivati come le marmellate , ed anche bevande come il tè il caffe, i succhi di frutta il vino e la birra.
Naturalmente per conservare le buone caratteristiche nutrizionali di questi alimenti bisogna prestare sempre attenzione al tipo di preparazione che ne viene fatta ed ai condimenti usati, si dovrebbe infatti evitare di usare condimenti grassi come la panna, o la margarina animale , preferendo invece quella di origine vegetale o magari l’olio di mais o di soia meglio ancora se abbinato a cotture semplici come ad esempio legumi bolliti, o verdure alla piastra, con olio messo a crudo, solo cosi infatti si può cercare di preservare al meglio le caratteristiche nutrizionali e dietetiche degli alimenti senza colesterolo.