martedì 19 novembre 2013

La dieta al tempo della crisi



Con la crisi nel 2013 quasi un italiano su tre (32 per cento) a pranzo consuma esclusivamente un piatto di pasta che sazia di piu’ e costa di meno mentre solo il 18 per cento dichiara di fare quotidianamente un pranzo completo con un primo, un secondo, un contorno e un dolce o un frutto, secondo un sondaggio on line condotto sul sito www.coldiretti.it.

Mangiare meno carne non può che fare bene alla nostra salute e a quella dell’ambiente; riduzione della prevalenza di tumori e di disturbi cardiocircolatori, riduzione dei consumi di acqua, delle emissioni di CO2 e della deforestazione.

Una persona su due è attenta aglisprechi e si consuma sempre più pasta (assumendo carboidrati in quantità elevate ed esponendo ad uno squilibrio la dieta e ad un ingrassamento eccessivo il corpo). Inoltre, uno degli effetti sociali che impone più attenzione riguarda il fatto che il 44% degli italiani nell'ultimo periodo ha dichiarato di andare più spesso a mangiare da genitori e parenti per ammortizzare la spesa alimentare quotidiana. E questo modifica già nel breve periodo le nostre abitudini alimentari.



Il problema del costo dunque è importante ma acquistare un cibo solo perché costa poco significa percepirne gli effetti negativi sulla propria salute e quindi, alla fine, spendere molto di più. Meno latte, formaggi, pesce, carne e frutta, e più snack di bassa qualità, merendine poco genuine e cibi precotti, tengono in ordine i conti ma non certo la salute di adulti e bambini: infatti oggi i bambini italiani sono tra i più obesi al mondo e presentano un rischio elevato di esserlo anche da adulti; inoltre, il peso eccessivo favorisce la probabilità di sviluppo di malattie gravi come ipertensione, diabete e dislipidemia.

martedì 5 novembre 2013

Dieta e diabete




Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno.Si ritiene normale la glicemia fino al valore di 110 mg/dl, i valori compresi fra 110 e 125 definiscono la condizione di alterata glicemia a digiuno (IFG).
Un'alimentazione eccessiva rispetto alle reali necessità aumenta il fabbisogno di insulina, costringendo il pancreas ad una super-attività; tutto ciò può tradursi in una produzione di insulina insufficiente a fronteggiare le richieste generate da una dieta sbilanciata e inadeguata. In questi casi raggiungere e mantenere il peso ideale con una dieta appropriata è spesso sufficiente per ottenere un buon controllo del diabete stesso.Quindi la terapia della malattia diabetica ha come cardine l’attuazione di uno stile di vita adeguato. Per stile di vita si intendono le abitudini alimentari, l’attività fisica e l’astensione dal fumo.Il paziente diabetico necessita di un apporto calorico giornaliero uguale a quello del soggetto non diabetico, in rapporto a: costituzione fisica, sesso, età, statura, attività lavorativa, ecc., avendo come obiettivo il raggiungimento ed il mantenimento del peso corporeo ideale.Se non vi è necessità di ottenere rapidamente il calo di peso, con una riduzione di circa 900 calorie al giorno si può ottenere una perdita di peso di circa 3 kg al mese, che può essere ulteriormente incrementata con l'abituale pratica giornaliera di una moderata attività fisica (passeggiare a piedi o pedalare in piano in bicicletta, portare a spasso il cane, non usare ascensori, recarsi a piedi al lavoro, ecc.).Nel diabete deve esser attentamente valutata l'assunzione degli zuccheri semplici ad assorbimento rapido (glucosio e saccarosio) dando la preferenza agli zuccheri complessi ad assorbimento lento (amido).La quota complessiva giornaliera di carboidrati non dovrà superare il 50-55% delle calorie totali, purché almeno l'80% di essa sia costituita da amido ed il restante 20% da zuccheri non insulinodipendenti e fibre.Le fibre vanno assunte in quantità elevate, soprattutto quelle idrosolubili, in grado di rallentare l'assorbimento intestinale dei carboidrati e del colesterolo.Le proteine devono costituire circa il 15%-20% delle calorie totali ed almeno un terzo deve essere formato da proteine animali, ricche di aminoacidi essenziali.Le rimanenti calorie (25%-30%) devono essere fornite da grassi, possibilmente di origine vegetale, ad alto contenuto di acidi grassi polinsaturi, utili nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.Anche l'apporto di vitamine e sali minerali deve essere adeguato.