domenica 1 luglio 2012

Ossa, calcio e attività fisica


Il calcio è il minerale maggiormente presente nel nostro organismo (circa 1000-1200 g in un individuo adulto). Insieme al fosforo è il costituente principale delle ossa.

Il 99% del calcio contribuisce alla formazione e alla solidità delle ossa e dei denti. La restante parte (1%), seppure modesta, interviene in diverse funzioni indispensabili: coagulazione sanguigna, contrazione muscolare, conduzione nervosa e anche liberazione di ormoni. L’importanza del calcio è sempre più rilevata nella riduzione del rischio di ipertensione arteriosa, di cancro al colon e alla prostata.
Nelle ossa, il calcio
è legato al fosforo attraverso la solidificazione di molecole di fluoro.

Tutti sanno che il calcio è essenziale per la crescita di un individuo, già a partire dai primi mesi di gravidanza. Ciò che è meno noto è che lo sviluppo delle ossa continua anche dopo la fine della crescita fisica di un individuo. Lo spessore del tessuto osseo, difatti, continua ad aumentare fino ai 19 – 20 anni, terminando spesso alla soglia dei 25 anni.
A qualsiasi et
à è dunque indispensabile garantire un’assunzione quotidiana e sufficiente di calcio, che possa rispondere in maniera adeguata alle esigenze dell’organismo; seguire un corretto comportamento alimentare, che consenta dunque di assimilare la dose di calcio consigliata, contribuisce senz’altro a questo. Il tutto diventa particolarmente vero nel momento in cui si sviluppa il capitale osseo ereditato geneticamente – ovvero durante l’infanzia e l’adolescenza – e nel momento in cui si manifesta l’inevitabile invecchiamento fisiologico delle ossa per cui risulta necessario ridurre il rischio del sopraggiungere dell’osteoporosi.
Per poter assimilare il calcio nel modo migliore e far s
ì che si fissi nelle ossa, è necessario assumere fosforo, vitamina D e fluoro.
L’apporto giornaliero raccomandato medio per un adulto
è di 0,8 g.
Il modo migliore per introdurre il calcio in quantità adeguata è nutrirsi con alimenti ricchi di calcio dall’infanzia fino all’età adulta. Per la maggior parte delle persone, il latte e i suoi derivati, come yogurt, formaggi e dolci, sono la fonte principale di calcio nell’alimentazione. Altri alimenti che contengono calcio sono: alcuni tipi di frutta secca, verdure verdi, pane integrale o alimenti arricchiti di calcio.
Così come un’alimentazione sana, un’attività fisica costante contribuisce a costruire massa e densità ossea durante l’età dello sviluppo. L’esercizio fisico è altrettanto importante durante l’età adulta, dato che uno stile di vita sedentario aumenta il rischio di osteoporosi. Anche per le persone anziane la ginnastica è importante poiché migliora l’equilibrio e la coordinazione e aiuta quindi a prevenire le cadute, possibili cause di fratture; camminare, correre, fare aerobica e danzare aumentano la forza e la resistenza dei muscoli.
Visto l’aumento delle aspettative di vita è previsto per il futuro un notevole aumento dei malati di osteoporosi. Questo costo aggiuntivo sarà un grosso onere per il sistema sanitario, senza considerare che i malati dovranno vivere per più tempo in condizioni di sofferenza. Tutto ciò può essere mitigato incoraggiando le persone ad adottare un‘alimentazione sana, che comprenda alimenti ricchi di calcio, e a fare attività fisica per tutta la vita.

Contenuto di calcio di alcuni alimenti:

  • 300 mg di Ca si trovano in:
  • 25-30 g di formaggio a pasta dura (Emmental, Parmigiano, Cheddar, ecc.)
  • 50 g di formaggio a pasta molle (Camembert, Brie, ecc.)
  • 200 g di latte scremato o yogurt
  • 150 g di mandorle, fichi secchi
  • 200 g di fagioli secchi
  • 500 g di verdura verde ( cavolo, porro, spinaci, broccoli ), pane integrale
  • 0.7 l di alcune acque minerali ricche di calcio (controllare in etichetta)

giovedì 12 aprile 2012

Il reflusso gastroesofageo




Quando mangiamo il cibo passa dalla bocca allo stomaco attraverso l'esofago. Tra l'esofago e lo stomaco c'è una valvola. Questa valvola si apre e si chiude. Si apre per far passare il cibo. E si richiude immediatamente dopo che questo è passato nello stomaco.

Se la valvola che c'è tra esofago e stomaco non funziona bene, cioè si apre quando non dovrebbe, può capitare che parte del cibo ingerito torni indietro. Nelle persone che soffrono di reflusso succede proprio questo. Il cibo e i succhi gastrici provenienti dallo stomaco ritornano nell'esofago.

Il reflusso gastroesofageo è questo: la risalita in esofago di materiale acido proveniente dallo stomaco.


Dato che nello stomaco normalmente è presente un forte acido, il materiale che risale in esofago con il reflusso è acido. Ed è proprio la presenza di acido nell'esofago che irrita l'esofago causando i sintomi del reflusso.

Lo stomaco è fatto in modo da sopportare la presenza di acido al suo interno, l'esofago no. E la presenza di acido nell'esofago è dannosa perché provoca dolore, infiammazione e ferite.

Il reflusso gastroesofageo è provocato da diverse cause. Può essere sia una condizione fisiologica (quindi normale) che patologica (quindi una malattia). E le sue conseguenze variano a seconda della frequenza con cui avviene.

In Italia il reflusso è molto comune. Colpisce circa una persona su tre. In genere è un disturbo più comune nel mondo occidentale dove riguarda circa il 10-40% di tutta la popolazione.

Tutti noi abbiamo sofferto di reflusso almeno una volta. Esistono però delle persone che sono più a rischio di altre. Il reflusso colpisce, per esempio, più le donne che gli uomini. E la probabilità di soffrire di reflusso aumenta con l'aumentare dell'età. Il rischio di reflusso aumenta molto dopo i 40 anni. Le persone più colpite sono in genere quelle di età compresa tra i 55 i 64 anni. Il reflusso è molto comune anche nelle donne in gravidanza e nei neonati.

Lo scopo principale della cura del reflusso è quello di alleviarne i sintomi. Il reflusso richiede un approccio graduale. Il tipo di cura da seguire dipende dalla gravità dei sintomi e dal fatto che siano presenti o meno delle complicanze.

La prima cosa che deve fare una persona che soffre di reflusso è cambiare le proprie abitudini e fare attenzione a quello che mangia. Esistono, infatti, comportamenti e alimenti che favoriscono o peggiorano gli attacchi di reflusso. Questi vanno ovviamente evitati.

A seconda della gravità del caso, si seguono poi delle cure specifiche.

Si tratta di regole semplici, facili da seguire senza fare troppi sacrifici. Sono utili sia per chi soffre di reflusso ogni tanto, sia per chi ne soffre spesso o in modo più grave.

Il cibo è una delle cause del reflusso. Esistono molti alimenti che fanno venire il reflusso o che possono peggiorarlo. Per questo chi soffre di reflusso deve fare molta attenzione a quello che mangia.

Seguire una dieta adatta serve sia a curare, sia a prevenire questo disturbo.

Curare l'alimentazione non significa solo sapere scegliere gli alimenti adatti. Chi soffre di reflusso deve anche cambiare il modo di mangiare.

Seguire una dieta adatta aiuta a migliorare i sintomi del reflusso nel 50% dei casi.

Ecco cosa fare quando si soffre di reflusso:

  • evitare di indossare vestiti scomodi o troppo stretti in vita. I vestiti stretti, specie sulla vita, aumentano la pressione sull'addome. Questo facilita il reflusso. Meglio indossare sempre abiti comodi che non stringano;
  • evitare di sdraiarsi subito dopo i pasti. Dopo aver mangiato bisogna aspettare almeno tre o quattro ore prima di andare a dormire;
  • evitare di compiere sforzi fisici a stomaco pieno. È meglio aspettare due o tre ore dopo aver mangiato prima di compiere attività fisica. Subito dopo mangiato è bene anche evitare movimenti bruschi e improvvisi (per esempio piegarsi per raccogliere qualcosa);
  • elevare la spalliera del letto di 15-20 cm: aiuta a mantenere l'esofago in posizione verticale anche quando si è sdraiati e impedisce la risalita di materiale acido dallo stomaco. È meglio non usare pile di cuscini perché potrebbero avere l'effetto opposto e aumentare la pressione sull'addome;
  • evitare l'uso di farmaci che possono favorire il reflusso. Esistono alcuni farmaci che possono causare il reflusso (per esempio: nitrati, teofillina, calciontagonisti, banzodiazepine, dopamina, FANS, tetracicline);
  • smettere di fumare. Il fumo fa male alla salute in generale. In più, la nicotina delle sigarette fa rilasciare la valvola che si trova tra stomaco ed esofago e causa il reflusso;
  • tenere sotto controllo il peso o ridurre il sovrappeso. I chili di troppo aumentano la pressione nell'addome e possono favorire il reflusso.

Anche il modo in cui si mangia è importante. Ecco alcune regole che è bene seguire:

  1. evitare i pasti abbondanti;
  2. mangiare poco e spesso (preferire 4 o 5 piccoli pasti nell'arco di una giornata). Mangiare lentamente;
  3. aspettare almeno tre o quattro ore prima di coricarsi dopo aver mangiato. Consumare cene leggere.

sabato 7 aprile 2012

Chetosi

La chetosi, o chetoacidosi, è una condizione patologica in cui si accumulano nel sangue corpi chetonici, che poi passano nelle urine, è il sintomo di un alterato metabolismo degli acidi grassi e del glucosio. Colpisce maggiormente i pazienti diabetici e nell'età infantile. Può essere quindi causata dal diabete, da abuso di alcol, infezioni, pancreatite, stress, emorragie, gravidanza, digiuni prolungati, alcolismo e altri stati.

La chetosi come sintomi da: stanchezza, malessere generale, astenia, poliuria, sete, debolezza, polidipsia, crampi, aritmie cardiache, sonnolenza, perdita di peso, dimagrimento, disidratazione, ipotensione, perdita del tono e della massa muscolare, respiro di Kussmaul, disfunzioni cerebrali e anomalie nel tracciato ECG, nei casi più gravi il pH del sangue diviene acido.

La diagnosi è semplice in quanto basta un esame delle urine e del sangue, anche nell'alito si riscontra un forte odore di aceto.

La terapia si basa sulla somministrazione di insulina, potassio e sulla reidratazione.