martedì 21 giugno 2011

Dieta ed allergia al nichel







Chi di noi non ha mai sentito parlare di allergia al nichel?
Il nome nichel deriva dalla parola svedese Nickel (diminuitivo di Nicolaus, con significato di persona da poco, folletto) e dal derivato tedesco Kupfernickel (“rame del diavolo”) nome dato dai minatori a questo elemento un tempo senza valore.
In effetti negli ultimi anni si riscontra un notevole aumento di casi e sembra che, al di là dell’allergia da contatto che è la situazione più nota, i cibi abbiano una loro importanza nel determinare l’insorgere di questo problema. Il nichel, come solfato, è presente in moltissimi alimenti tra i quali lenticchie, fagioli, cacao, nocciole, liquirizia per citare quelli che ne contengono una buona quantità; poi ci sono molte verdure e frutti come gli asparagi, spinaci, cipolle, funghi, kiwi, pomodoro che comunque ne contengono quantità significative.
L’intolleranza e l’allergia al nichel sono condizioni particolarmente spiacevoli perché, ahimè, questo metallo è presente un po’ dovunque, anche nell’acqua del rubinetto e negli alimenti industriali come merendine e pani di vario genere.

Ma come si fa a capire di essere allergici al nichel?
Prima cosa è il constatare la presenza di particolari sintomi che per l’intolleranza possono essere:
§ dermatiti e pruriti, anche da contatto, che si manifestano sul volto, sulle mani, sulle gambe;
§ afte o infiammazioni boccali e gengivali;
§ gonfiori addominali;
§ malessere generale diffuso;
§ senso di stanchezza e pesantezza;
§ senso di nausea;
§ mal di testa.
I sintomi, che si possono sviluppare nel tempo, sono determinati anche dalla quantità di nichel che l’organismo ingerisce o dalla quantità con cui viene a contatto.
Nel caso di allergia al metallo invece i sintomi possono essere più o meno gli stessi ma più accentuati, soprattutto per quanto riguarda la dermatite da contatto; si possono avere anche dei casi di crisi respiratoria ed asma.
Se una persona soffre di questi sintomi può valere la pena di accertare con opportuni test la presunta allergia/intolleranza al nichel. E’ disponibile un test cutaneo, il patch test, che consiste nell’applicare al braccio un cerotto a rilascio lento e graduale di nichel, in cui la risposta si considera positiva se la cute sotto al cerotto si arrossa con presenza di vescicole pruriginose.
Nel caso di vera e propria allergia conclamata è necessaria l’astensione completa dal metallo, nel caso invece di intolleranza spesso con una dieta di eliminazione, cioè una dieta che evita tutti gli alimenti a più alto contenuto di nichel, e poi una dieta di rotazione dei cibi si giunge ad un netto miglioramento dei sintomi, soprattutto infiammatori ed intestinali.








Ecco gli alimenti da evitare:
§ tutti quelli in scatola;
§ asparagi, funghi, cipolle ,spinaci, pomodori, legumi, lattuga, carote;
§ farina integrale, farina di mais;
§ pere, prugne, uva passa;
§ nocciole, mandorle, arachidi;
§ tè, cacao;
§ margarina;
§ lievito chimico;
§ aringhe, ostriche.
I cibi che possono essere consumati in piccola quantità sono invece:
§ cavoli, cetrioli;
§ farina 00;
§ riso brillato;
§ caffè;
§ olio di oliva;
§ uova;
§ frutta (eccetto quella citata in precedenza).
Infine gli alimenti che possono essere consumati liberamente:
§ tutte le carni;
§ pesce (tranne quello scritto in precedenza);
§ latte e derivati;
§ patate.
E’ sempre opportuno precisare che chi soffre di dermatiti da contatto deve evitare di indossare indumenti o gioielli che contengono nichel ed in particolare attenzione alla bigiotteria, usare quella esente da nichel, ed attenzione ad evitare il contatto della pelle con le parti metalliche degli indumenti come cerniere, bottoni.