L’adiposità può
essere localizzata o diffusa. Nel caso dell’adiposità localizzata il grasso
adiposo si concentra in determinate parti del corpo, infatti nelle donne le
zone più colpite dalla presenza di adiposità sono i fianchi, i glutei e le
cosce, mentre negli uomini il grasso adiposo si concentra intorno ai fianchi.
Le cause di questi accumuli localizzati di adiposità sono da ricercare
nell’ambito della genetica, in quanto dipendono dalla razza, dal sesso e dalla
funzionalità ormonale, oppure sono legate al fattore ambientale, in particolare
al tipo di alimentazione, stile di vita sregolato e utilizzo di farmaci
particolari.
L’adiposità
diffusa rappresenta una condizione diversa rispetto all’adiposità localizzata
poiché si tratta di una vera e propria patologia le cui cause riguardano
problematiche più serie come l’ipotiroidismo, patologie del metabolismo e
l’insulino-resistenza, ovvero quando le cellule dell'organismo diminuiscono la
propria sensibilità all'azione dell'insulina con la conseguenza che
l’organismo, per reazione compensativa, rilascia una quantità eccessiva di
questo ormone che è elemento fondamentale del grasso adiposo.
Il grasso addominale è quindi una
risposta biologica caratterizzata dall’aumento del pannicolo adiposo in zona
ventrale ed è in relazione a svariate abitudini o patologie, ognuna per motivi
diversi culminante in un aumento eccessivo dell’ingombro. Per molti
secoli precedenti all’attuale però il grasso addominale non era considerato con
allarme dalle persone, ma rappresentava uno dei segni del benessere sociale e
nutrizionale. La forte riduzione del problema della fame nel secolo scorso,
peraltro solo in alcune parti del globo e il mutato senso estetico, hanno
trasformato totalmente la percezione del paziente di fronte allo specchio e la
valutazione del proprio grasso addominale.
Alla luce di
quanto detto e’ importante che l’eliminazione del grasso addominale prevede una dieta varia e
bilanciata.
1) è importante consumare ogni
giorno un'ampia varietà di cibi salutari (cereali integrali, verdure, pesce, carne magra, legumi, latticini magri, oli vegetali, frutta fresca e secca).
2) Nessun alimento dev'essere
demonizzato. Bisogna comunque evitare il consumo di alimenti contenenti troppi grassi idrogenati, saturi o zuccheri. Non bisogna quindi temere i carboidrati, ma è
importante sostituire quelli semplici (ad alto indice glicemico) con quelli complessi (legumi, verdura, avena).
3) Non lasciarsi sedurre da
mode alimentari o da diete che estremizzano qualche concetto, come
l'iperproteicità o la restrizione di carboidrati
4) Adottare i modelli
alimentari tipici della dieta mediterranea, riducendo leggermente la percentuale glucidica
(dal 65 al 55-50%) ed innalzando leggermente quella proteica e lipidica (25-30%
per i grassi e 20% per le proteine).
5) Sfruttare a proprio
vantaggio gli alimenti ed i prodotti "brucia grassi". Caffeina, guaranà, arancio amaro, peperoncino, cacao, the scuro, fucus e garcinia, hanno spiccate caratteristiche termogene (innalzano il metabolismo
basale costringendo il corpo a bruciare più calorie). L'importante è non
abusare di questi prodotti, per evitare effetti collaterali come irrequietezza,
tremori, nervosismo e tachicardia.
6) Consumare pasti piccoli,
frequenti e ben bilanciati. I picchi insulinici (favoriti da pasti troppo
abbondanti e sbilanciati a favore dei carboidrati), insieme al digiuno
prolungato, sono infatti i maggiori responsabili dell'accumulo di grasso a
livello del ventre.